Che cos'è l'ipocondria?

 

Preoccuparsi ogni tanto per la propria salute, nel corso della vita, è normale.  Può accadere, però, a volte che tali preoccupazioni diventino persistenti e predominanti e stravolgano totalmente la vita della persona, la quale vive un marcato disagio. Tali aspetti sono centrali e caratteristici di un determinato disturbo: l’ipocondria.

 

Che cos’è l’ipocondria?

 

L’ipocondria, anche chiamata ansia di malattia/per la salute, è un disturbo antico (è possibile trovare descrizioni di un disturbo con simili caratteristiche di preoccupazione per i sintomi del corpo già nel 300 a.C.), sebbene sia stato riconosciuto solo recentemente, caratterizzato da persistente e intensa preoccupazione e paura di essere affetti da una grave malattia, o di poterla contrarre. Ciò a partire da pensieri errati su alcuni segnali del corpo di minore entità o su normali sensazioni fisiologiche, di tipo, ad esempio, gastrointestinale o cardiovascolare, ma anche a causa del sentire o leggere che altre persone si sono ammalate. Inoltre, tali paure, che portano la persona a controllare assiduamente il proprio corpo alla ricerca di eventuali patologie, persistono anche quando si sono ottenute rassicurazioni mediche.

 

 

Negli anni, il disturbo ha assunto caratteristiche perlopiù negative: spesso, infatti, si pensa che chi soffre di ipocondria lo faccia principalmente per vantaggi secondari del presentarsi come ammalato, ad esempio come semplicemente evitare luoghi di vacanza poco graditi a causa dei propri timori. Altresì, spesso si tende a reputare tali persone come “malati immaginari”, atteggiamento che contribuisce a far sentire incompresa la persona che soffre. 

La realtà, però, è invece ben diversa e chi soffre d’ansia per la salute vive in una costante paura di avere -o di ammalarsi di- qualche malattia grave; paura che compromette la quotidianità della persona, arrivando anche a limitarla fortemente intaccando la sfera personale, lavorativa e sociale a causa della continua ricerca di rassicurazione da amici e familiari e della diminuita concentrazione dato il focalizzarsi per la maggior parte della giornata sui segnali del corpo e sulle proprie preoccupazioni. Per le persone ipocondriache, infatti, ruota tutto attorno l’ansia da malattia, al punto da divenire il principale argomento delle loro conversazioni oltre che un aspetto caratteristico della loro identità.

 

Quali atteggiamenti e comportamenti nell’ipocondria?

L’atteggiamento verso il disagio può variare: vi è chi, preso dall’angoscia e dalla paura si sottopone a molteplici controlli e visite mediche, in modo esagerato, senza mai riuscire a trarre da ciò rassicurazione e/o tranquillità. Anzi, a volte tale atteggiamento ha come risultato quello di diminuire la fiducia e la stima nei confronti del medico, dal quale non ci si sente capiti, facendo aumentare, al contempo, l’ansia per i sintomi, oltre che quello di un sovrautilizzo del sistema sanitario nazionale, con un conseguente aumento dei costi dell’assistenza sanitaria. 

Altresì, vi è invece chi, spaventato a morte o convinto che nessuno lo possa aiutare, evita di visitarsi per tenersi alla larga da tutto ciò che può attivare il sospetto di una patologia, trascurando, così, la propria salute e rendendo difficile l’individuazione di eventuali patologie importanti. 

Allo stesso modo, anche il grado di consapevolezza rispetto le proprie preoccupazioni può variare: alcune persone sono consapevoli dell’infondatezza di esse, mentre altre no e reagiscono con rabbia ai tentativi degli altri di far loro notare l’esagerazione di alcuni timori. 

 

Da dove origina l’ipocondria?

L’ipocondria ha numerose caratteristiche in comune con i disturbi d’ansia (da ciò la denominazione di “ansia di malattia/per la salute”) e non è raro trovare la compresenza di entrambi nella stessa persona.

Può essere, quindi, che tale tipo di attenzione verso i segnali del proprio corpo origini proprio da un’ansia di fondo (ansia generalizzata), che porta a preoccuparsi in modo eccessivo di ogni aspetto della propria persona e della propria quotidianità, salute compresa. Ancora, potrebbe essere che l’ipocondria origini a seguito di periodi caratterizzati da alti livelli di stress, eventi traumatici, come abusi, lutti a causa di gravi malattie, o a seguito dell’ammalarsi gravemente da parte di un proprio familiare o amico.  Inoltre, non è da sottostimare l’effetto di comportamenti “ipocondriaci” da parte di familiari e altre persone significative per la persona che potrebbero, sopratutto in età infantile, influenzare l’apprendimento del bambino: della serie “chi va con lo zoppo, impara a zoppicare”.

Infine, anche l’influenza mediatica di TV, giornali e/o (soprattutto) internet, nel descrivere alcune malattie gravi o epidemie, possono contribuire all’insorgenza del disturbo, la cui età media di insorgenza si aggira dai 20 ai 30 anni. 

 

Come capire quando è il momento di rivolgersi allo psicologo

Generalmente, le persone che soffrono di ansia da malattia o per la propria salute, ritenendo “fisico” il proprio disagio, difficilmente si rivolgono ad uno psicologo, considerandolo l’ultima spiaggia e riponendo in lui, spesso, scarsa fiducia e aspettativa. Per questo, infatti, frequentemente le persone si rivolgono ai medici, sia di medicina generale che specialisti, consultandoli più e più volte, ottenendo da loro responsi negativi, con il risultato di sentirsi incompresi e non “presi sul serio”, aspetti che possono generare sentimenti di ostilità reciproca nel rapporto medico-paziente.

Dopo aver escluso in modo accurato e con opportune visite mediche la presenza di patologie fisiche, se i timori, le preoccupazioni e l’ansia non sono diminuiti e non ci si sente rassicurati dai numerosi referti medici negativi, allora potrebbe essere utile rivolgersi ad uno psicologo per indagare meglio la questione ed i significati legati all’ansia da malattia al fine di ottenere una maggiore qualità di vita ed una riduzione della frequenza delle preoccupazioni, delle rassicurazioni e dei comportamenti di evitamento.

 

 

Dott.ssa Giorgia Salvagno

 

Bibliografia:

  • Leveni D., Lussetti M., Piacentini D. (2011), Ipocondria. Trento: Erickson;
  • APA (2013), Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali - Quinta Edizione (DSM-5). Milano: Raffaello Cortina Editore. 

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