La Sindrome di Münchausen per Procura (by proxy)


Oggi vi parlo della Sindrome di Münchausen per Procura (by proxy), una forma di abuso e di violenza intrafamigliare sui minori messa in atto dalla persona che più si prende cura di loro, generalmente la madre.

Caratteristica di tale sindrome è la messa in atto, da parte della figura di cura (caregiver), di azioni manipolatorie, psicologiche o fisiche, esitanti poi in sintomi riconducibili a disturbi organici. Le azioni fisiche possono riguardare, ad esempio, il provocare bruciature, ferite e/o il somministrare sostanze tossiche, oltre che l’alterazione e l’inquinamento di campioni d’urina, sangue o feci normali, mentre quelle psicologiche si riferiscono, invece, a modalità di “lavaggio del cervello” con l’obiettivo di convincere il minore di essere malato gravemente o in pericolo di morte (“tu stai male…”).

 

 

Perché la persona che si prende cura di un minore arriva a tanto?

Lo scopo delle azioni manipolatorie sopracitate è quello di far sospettare che il proprio figlio abbia una malattia, più o meno grave, che richieda frequenti visite mediche, interventi chirurgici o ricoveri ospedalieri.

A ciò si aggiunge il desiderio, da parte dell’adulto, di essere compreso e considerato un genitore attento, scrupoloso e sensibile ai segnali e alla salute del figlio, oltre che quello di mettersi in mostra con il personale sanitario

 

 

Quali le conseguenze?

La Sindrome di Münchausen per procura può determinare sulle vittime seri danni psicologici, con conseguenze importanti sul piano relazionale e sociale, portando a disturbi depressivi e a tentativi di suicidio.

Sul piano fisico, può portare a danni organici indotti dalle lesioni, fino alla morte, la quale si verificherebbe con una incidenza del 9% dei casi circa (European Child Adolescent Psychiatry, 1995). 

In età adulta, inoltre, vi potranno essere dei danni di carattere affettivo, dovuti alla scoperta che la propria madre sia una persona capace di agire per il male, oltre che conseguenze sul piano personale, in quanto subire tale tipo di abuso solitamente porta alla perdita di momenti di felicità, opportunità ed occasioni di realizzazione.

 

 

L'importanza dell'osservazione...

Il riconoscimento di tale sindrome è molto difficile poiché vi è il rischio di confonderla con un “eccesso male interpretato di cure della madre” (Boum, 2014), ma la letteratura è concorde sul fatto che la diagnosi dovrebbe passare non solo attraverso un’accurata osservazione del minore, ma anche attraverso l’osservazione delle persone che ne hanno cura (nelle quali sovente è assente la capacità di immedesimarsi nelle vittime di tale abuso), prestando particolare attenzione agli aspetti relazionali. 

In questa forma d’abuso, infatti, avviene un cortocircuito di sentimenti che porta il minore a non capire ciò che gli accade e a rendersi, in alcuni casi, complice, inconsapevolmente, del genitore, divenendo acquiescente alle sue affermazioni o azioni. 

 

 

Dott.ssa Giorgia Salvagno

 

 

Bibliografia:

 

  • Boum R. (2014), La sindrome di Münchausen per procura. Malerba: storia una infanzia lacerata. Milano: FrancoAngeli editore.

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